La tassidermia o imbalsamazione è una vera e propria arte con la quale è possibile preservare un corpo animale dalla decomposizione ed esporre i trofei di caccia nella propria abitazione o nei musei. Con la tassidermia non vengono semplicemente resi eterni gli animali, ma restano vivi anche i ricordi di caccia. Certo si dirà che gli animali è meglio cacciarli con la macchina fotografica facendo poi magari con gli scatti degli splendidi calendari personalizzati da esporre a casa propria o da regalare. Ma andiamo a capire, anche se per curiosità, cosa è e come avviene la tassidermia.

Si tratta di una tecnica dalle origini molto antiche. Gli Antichi Egizi furono i primi a dedicarsi allo studio delle tecniche di imbalsamazione. In Italia questa pratica è consentita e regolarmente disciplinata dalla legge numero 3 del 03 gennaio 1995. Con tale norma sono regolamentate sia l’attività di tassidermia sia di imbalsamazione, al contrario di Paesi come, ad esempio, l’Olanda in cui la tassidermia è categoricamente vietata per legge.

La tecnica consiste sostanzialmente nel trattamento delle pelli con sostanze conservative al fine di mantenerla elastica e contrastare i naturali processi putrefattivi e, successivamente, nell’imbottitura che permette di dare agli esemplari imbalsamati un aspetto realistico.

Qualora le penne, le piume o il pelo dell’animale fossero macchiati di sangue a causa dei colpi di fucile da caccia o quant’altro è necessario ripulirli con cura prima di rimuovere la pelle. La rimozione delle viscere viene effettuata tramite un’incisione della cute lungo la linea mediana che si estende dall’area toracica a quella genitale.

La pelle di mammiferi e volatili è internamente rivestita da strati di grasso che devono essere rimossi per evitare una successiva caduta del pelo o del piumaggio. La pelle viene poi sottoposta a specifici trattamenti con apposite sostanze conservative.

L’operazione di imbottitura e montaggio prevede che si dia all’animale una forma che gli conferisca un aspetto quanto più realistico possibile. La cute viene riassestata e fissata con filo e pinze in modo che mantenga la posizione e si asciughi correttamente. I bulbi oculari, realizzati in vetro o plastica, contribuiscono a conferire all’animale un aspetto realistico.

Occorrono approssimativamente un paio di mesi affinché i prodotti conservativi e repellenti che andranno a proteggere l’esemplare imbalsamato dalle infestazioni di parassiti siano completamente asciutti. Una volta trascorso questo lasso di tempo l’animale imbalsamato sarà pronto per essere esposto come trofeo di caccia.

Occorrerà attenersi ad alcune regole per una buona conservazione dell’esemplare, in quanto il pericolo maggiore è rappresentato da alcune specie di insetti che si nutrono proprio di pelo e piumaggio di animali morti, come i coleotteri Antreni e Dermestidi, i principali responsabili dei danni alle collezioni museali, e le temutissime tignole, che deponendo grandi quantità di uova, generano una moltitudine di larve in grado di rovinare irrimediabilmente il pelo degli esemplari imbalsamati. In commercio si trovano prodotti antiparassitari che svolgono un’efficace azione contro questo tipo di insetti, ma una regolare pulizia e l’uso di paradiclorobenzolo, canfora o naftalina aiutano a scongiurare la possibilità di un’infestazione di parassiti. Un altro pericolo per gli animali imbalsamati è rappresentato dalle muffe, pertanto è consigliabile che i trofei di caccia vengano esposti in ambienti asciutti.

La prima regola per pulire le collezioni di animali imbalsamati è quella di evitare di ricorrere all’uso di acqua e detersivi chimici, che rischiando di danneggiare irrimediabilmente la pelle ed il pelo degli animali. Per pulire il pelo, nel caso si siano depositate polvere e ragnatele sull’esemplare, utilizzate semplicemente un aspirapolvere regolato al minimo della potenza ed aspirate delicatamente. Per lucidare il pelo dell’animale si consiglia di utilizzare uno dei tanti composti antisettici reperibili in farmacia e spalmarlo uniformemente sul manto con un panno morbido. Per essere adatto all’uso ed essere correttamente assorbito dal pelo, il composto non deve essere eccessivamente liquido, me neanche troppo denso. Se l’animale impagliato è un pennuto, è consigliabile farlo pulire da un professionista una volta all’anno.

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